Vertigini
capogiro, mancanza di equilibrio e instabilità
Vertigine acuta
Violenta vertigine spontanea , inabilitante accompagnata da intensa sintomatologia neurovegetativa, talvolta associata a sintomi uditivi ( ipoacusia , acufeni)
Quasi sempre il paziente viene trasportato al Pronto Soccorso, tanto la sintomatologia è violenta
E’ causata da un deficit improvviso del funzionamento di un emisistema vestibolare ( sia a livello periferico che centrale)
Più frequentemente si tratta di una neurite virale ( infezione del nervo vestibolare) o di una labirintite; tuttavia possono essere interessati anche i nuclei , o le vie centrali cerebello-vestibolari
La terapia è di tipo farmacologico sintomatico in fase acuta, successivamente è indispensabile la TERAPIA RIABILITATIVA da iniziare prima possibile per favorire e ottimizzare il compenso funzionale del deficit.
Vertigini Parossistiche Posizionali
La vertigine posizionale parossistica benigna o cupololitiasi è sicuramente una delle forme più frequenti di vertigine
Si tratta di una violenta vertigine oggettiva rotatoria ( il pz “vede” ruotare l’ambiente circostante) di breve durata, scatenata dai cambiamenti di posizione del capo e/o corpo.
Le circostanze scatenanti più frequenti sono:
- Girarsi nel letto da un fianco all’altro , da un solo lato o da entrambi
- Passare dalla posizione eretta a quella sdraiata(come al momento di coricarsi)
- Passare dalla posizione sdraiata a quella eretta ( come al momento di alzarsi dal letto)
- Estendere il capo per guardare in alto
- Piegarsi in avanti per es. x lavarsi i capelli
- Girare bruscamente la testa ( spegnere la sveglia sul comodino al mattino)
I pz spesso riconoscono una posizione e un movimento critico e fanno di tutto per evitarlo: hanno il timore di coricarsi e spesso dormono con due o tre cuscini, effettuano i movimenti molto lentamente con il collo rigido, infatti quasi sempre si associa un’importante tensione muscolare del collo che peggiora ulteriormente i sintomi.
Quasi sempre la vertigine si accompagna a nausea, sudorazione, ansia…
La sensazione è di tipo rotatorio:il soggetto sdraiato ha la sensazione di sprofondare e in piedi di cadere all’indietro
Nella maggior parte dei casi non è identificabile una causa apparente; solo le forme post-traumatiche, cioè insorte dopo un importante trauma cranico riconoscono un’eziologia ben definita.
La teoria patogenetica più diffusa è quella della litiasi (da qui il nome cupololitiasi) secondo la quale otoliti o loro frammenti(piccolissimi cristalli di carbonato di calcio normalmente presenti all’interno del labirinto) si staccherebbero dalla loro sede (a livello delle macule del sacculo e dell’utricolo)e liberi nell’endolinfa (liquido contenuto all’interno del labirinto) entrerebbero all’interno dei canali semicircolari e li stimolerebbero provocando vertigine.
Riassumendo questi piccoli “sassolini”, sarebbero liberi di muoversi all’interno del labirinto e durante i movimenti del capo andrebbero a stimolare particolari zone, provocando vertigine.
La cupololitiasi è curabile in modo completo. Anche se la vertigine è molto violenta e spaventa enormemente il pz, è la forma “migliore ” di vertigine, la più benigna (lo dice già il nome).
Il trattamento di questa forma di vertigine si basa su manovre fisiche basate sulla liberazione del canale semicircolare , da queste sostanze (otoliti).
Si tratta di una serie di movimenti più o meno rapidi che il medico fa effettuare al pz:esistono diversi tipi di tecniche e di volta in volta il medico, in base ad una serie di considerazioni (età, eventuale soprappeso..) sceglierà quella più idonea per ogni singolo pz.
Queste manovre sono molto efficaci e spesso è sufficiente un solo trattamento per risolvere completamente il disturbo.
Vertigini Ricorrenti
Si tratta di una malattia dell’orecchio interno dovuta all’aumento di pressione del liquido contenuto nel labirinto ( endolinfa) . Si manifesta con sintomi uditivi ( sordità e ronzii) e sintomi vestibolari (crisi vertiginose).
L’associazione dei disturbi tipici ( acufeni, sordità e vertigini ) non è costante: vi sono casi in cui le turbe uditive o vestibolari possono persistere anche a lungo, da sole.
Disturbi uditivi: fischi, ronzii , senso di orecchio pieno e distorsione uditiva; successivamente sordità che nelle fasi iniziali si risolve con la fine della crisi vertiginosa. Disturbi vestibolari: rappresenta il sintomo più invalidante. Si tratta di una crisi improvvisa che insorge senza una causa specifica, di durata variabile ( pochi minuti, alcune ore) oggettiva ( il paziente vede ruotare l’ambiente) quasi sempre associata a fenomeni neurovegetativi (nausea, vomito, sudorazione, tachicardia..)
Il decorso è tipico con crisi accessionali e recidivanti, imprevedibili ad insorgenza improvvisa e a risoluzione spontanea. In genere con il passare degli anni, le crisi vertiginose diminuiscono di intensità, mentre il pz è sempre più disturbato dalla diminuzione dell’udito e dai ronzii nell’orecchio. La terapia deve essere calibrata caso per caso, in rapporto alla frequenza e all’intensità delle crisi. Bisogna distinguere tra la cura delle crisi acute , il trattamento dell’instabilità intercritica e la prevenzione delle crisi. La terapia è di tipo combinato farmacologico- riabilitativo; se tale trattamento non risulta efficace è indicato proporre un trattamento chirurgico Soprattutto nei pz con grave compromissione uditiva, l’intervento attualmente più indicato consiste nell’infiltrazione di antibiotici attraverso il timpano , che provocano la riduzione o l’abolizione dell’attività labirintica
VERTIGINE NEL BAMBINO
La vertigine nel bambino è molto meno frequente rispetto all’adulto e le possibili cause, molto più limitate.
La forma più comune è la vertigine parossistica benigna dell’infanzia .E’ caratterizzata da crisi ad insorgenza improvvisa , senza fattori scatenanti , di durata variabile che si ripetono con una certa regolarità ( 1-5 attacchi al mese) a remissione rapida e completa.
Spesso si associano sintomi di tipo neurovegetativo e disturbi visivi In molti casi è presente una familiarità per l’emicrania e frequentemente si associano crisi emicraniche che possono precedere l’attacco vertiginoso oppure caratterizzare i periodi tra le crisi di vertgine.
L’età più colpita è compresa tra i tre e gli otto anni.
E’ importante effettuare una valutazione otoneurologica completa eventualmente seguita dall’esecuzione di esami strumentali per escludere patologie neurologiche serie.
VERTIGINI EMICRANICHE
Si tratta di vertigini associate temporalmente all’emicrania ( vertigine come aura o concomitante ) o isolate rispetto all’attacco di emicrania ( equivalente emicranico)
Quest’ultima forma presenta sicuramente le maggiori difficoltà diagnostiche.
Vertigini in esiti di Colpo di Frusta Cervicale
In seguito ad un trauma discorsivo della colonna cervicale ( il più delle volte conseguente ad un incidente stradale , usualmente un tamponamento) spesso compare una sintomatologia vertiginosa.
I sintomi conseguenti al trauma possono essere molteplici: dolore al collo con limitazione dei movimenti, formicolii alle braccia, ronzii e fischi auricolari, disturbi della voce e difficoltà a deglutire, dolori all’articolazione della mandibola, cefalea, deficit di concentrazione….
Il colpo di frusta è un trauma cervico-cefalico rapido , senza contatto, da accelerazione e decelerazione con conseguente alterazione della propriocezione in questa zona e creazione di informazioni propiocettive anomale, transitorie o permanenti.
La colonna cervicale è una regione di particolare importanza per l’equilibrio in quanto è estremamente ricca di propriocettori da cui originano informazioni che raggiungono i centri dell’equilibrio e questo spiega perché è possibile lamentare disequilibrio dopo un trauma cervicale apparentemente anche di modesta entità.
Comunemente i pazienti riferiscono fugaci vertigini legate soprattutto ai movimenti bruschi del capo e/o corpo, sensazione di instabilità durante il cammino frequentemente associata a nausea, a volte è presente una vera vertigine posizionale.
La terapia di queste vertigini post-traumatiche è essenzialmente di tipo riabilitativo con trattamenti personalizzati data la notevole variabilità di presentazione clinica
Vertigini nell’Anziano
I disturbi dell’equilibrio sono frequenti con l’avanzare dell’età:
in genere il pz anziano lamenta sensazioni continue o subcontinue di instabilità , insicurezza nel cammino e lievi vertigini nei cambiamenti posizionali; più raramente “crisi” vertiginose più intense separate da intervalli liberi
Le cause del disequilibrio nel paziente anziano sono molteplici : è presente un invecchiamento globale del sistema con una compromissione sia periferica ( diminuzione delle informazioni sensoriali con riduzione della capacità visiva , indebolimento del sistema muscolo scheletrico, alterazione delle risposte labirintiche..) che centrale ( per involuzione fisiologica della componente centrale, integrativa).
Spesso, inoltre, accanto al “normale” invecchiamento delle strutture coinvolte nel mantenimento dell’equilibrio , si sovrappongono malattie neurologiche e/o metaboliche che peggiorano ulteriormente la sofferenza della componente centrale tronco-cerebellare e portano ad un progressivo decadimento dei processi cognitivi di memoria ed attenzione .
La terapia è duplice: farmacologica e riabilitativa La farmacoterapia spesso diventa complessa in quanto spesso il pz anziano è sottoposto a terapie farmacologiche multiple per la presenza di patologie concomitanti.
La terapia riabilitativa rappresenta quindi il trattamento più opportuno e ( con programmi personalizzati per ogni singolo pz) deve essere finalizzata a migliorare le reazioni di equilibrio,la coordinazione motoria, l’orientamento spaziale , la mobilità del collo e del bacino e potenziare il tono muscolare.
PPPD (dizziness posturale percettivo persistente)
Disfunzione cronica del sistema vestibolare e del sistema nervoso, caratterizzata da una sensazione persistente di capogiro non rotatorio e/o sensazione di instabilità posturale di durata di almeno tre mesi .
I sintomi sono quasi quotidiani, spesso la loro intensità aumenta durante la giornata, ma può anche fluttuare; picchi momentanei possono accadere spontaneamente oppure dopo un movimento improvviso.
I sintomi peggiorano quando il paziente che ne soffre è in piedi, è esposto a stimoli visivi complessi o in movimento e durante il movimento attivo o passivo della testa.
Si tratta quindi di un disturbo cronico, funzionale e persistente
La PPPD ha una maggiore incidenza nel sesso femminile, soprattutto tra i 30 ed i 50 anni e sembra rappresentare fino al 20 % di tutte le patologie di natura vestibolare.
Questa condizione può essere anche chiamata Vertigine Visiva, Vertigine Fobica Posturale, Vertigine Funzionale, Vertigine Cronica Soggettiva o Disagio nello Spazio e Movimento. Il disturbo può essere innescato e coesistere con episodi di vertigine/instabilità di origine vestibolare,condizioni neurologiche , internistiche o psichiatriche che causano vertigine e instabilità
È comune che il disturbo si sviluppi dopo un caso di vertigine acuta o episodici problemi vestibolari o di equilibrio, di solito è innescata da una patologia vestibolare non trattata o identificata Il pz con PPPD ha una caratteristica storia clinica e la dg richiede che siano soddisfatti i criteri diagnostici della Barany Society
I pazienti spesso sviluppano secondariamente ansia, atteggiamento cautelativo o evitativo e severa disabilità.
La terapia include: farmaci e riabilitazione Spesso è necessario un supporto psicologico con terapie cognitivo-comportamentali
L’approccio terapeutico mira da un lato a trattare la patologia vestibolare di base che ha portato alla PPPD dall’altro ad effettuare una riabilitazione vestibolare mirata direttamente alla PPPD.
Instabilità e Disquilibrio
Sensazione di insicurezza con difficoltà nella stazione eretta e/o durante la deambulazione . Il paziente si sente “ in barca” oppure ha la sensazione di camminare” su un materasso ad acqua.” Spesso la sintomatologia è sub-continua; può rappresentare l’evoluzione di una vertigine acuta o presentarsi spontaneamente. Può essere espressione sia di patologie centrali, che periferiche
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